La Psicologia Del LATO B



Nonostante i tabù e i pregiudizi legati ad una morale e non solo della sessualità anale, sono molti gli individui che decidono di approcciarsi a tale esperienza. Spesso un tale contatto tra i partner nasce da una curiosità, ovvero da una “trasgressione” volontaria che privatamente stimola il menage della coppia.
 
Osservando l’anatomia esterna il primo elemento da “analizzare” è l’ano. Questo orifizio è l’apertura del canale anale ed è costituito tipicamente da tessuto roseo e morbido ripiegato, che in apparenza risulta essere simile ad un “asola corrugata”. La posizione di questo orifizio è pressappoco a metà tra il coccige e lo scroto (nell’uomo) e l’orifizio vaginale (nella donna) subito dopo i muscoli del perineo. È una zona molto innervata e irrorata ed è per questo che viene definita particolarmente sensibile alla stimolazione.
Lo sfintere anale esterno è controllato dal sistema nervoso centrale, quindi volontario. Le sue contrazioni sono controllate dall’individuo e strettamente in linea con particolari pensieri, idee, paure. Lo sfintere anale interno invece, dipende dal sistema nervoso “simpatico”, che genera le funzioni automatiche e riflesse come la respirazione o il battito cardiaco. Praticamente è possibile apprendere ed avere un certo controllo su questa muscolatura, ma va ricordato quanto l’ignoranza e comunque certe tensioni e paure possano accumularsi in questa zona rendendo quasi impossibile la distensione muscolare.
Come sottolinea anche Brent (2006) è possibile che le tensioni della zona anale possano generare problematiche di tipo proctologico (es. emorroidi), quindi apprendere a distendere la muscolatura sfinterica non può fare altro che migliorare e prevenire o diminuire questo tipo di disagio.

In riferimento all’atto sessuale anale è necessario distinguere due zone anatomo-funzionali maschili e femminili strettamente collegate al piacere orgasmico.
La prostata nell’uomo è una ghiandola situata sotto la vescica e davanti al retto ed è responsabile della produzione del liquido prostatico, che insieme al liquido delle vescicole seminali va a costituire la porzione fluida dello sperma. Oltre ad avere una grossa responsabilità per il buon “funzionamento” degli spermatozoi, la prostata sembra essere particolarmente sensibile. Infatti, sono molti gli uomini che hanno una eiaculazione spontanea (anche con il pene a riposo) se stimolati a livello anale o comunque con il massaggio prostatico.
Si deve ricordare inoltre uno studio recente che ha messo in evidenza la correlazione tra numero di eiaculazioni (rapporti sessuali e masturbazione) e prevenzione del cancro prostatico. Michael Leitzmann (2004) studiando 30.000 uomini con età tra i 46 e gli 81 anni ha sottolineato che un aumento dell’attività eiaculatoria può prevenire la formazione di cellule tumorali a livello prostatico.
In riferimento a quanto evidenziato l’esperienza del massaggio prostatico durante la fase di plateau può diventare non solo un gioco erotico tra i partner, ma anche una fonte di benessere fisico e soprattutto orgasmico.
Il punto G nella donna, l’altra porzione anatomica da coinvolgere per intensificare l’orgasmo femminile, è una massa di tessuto simile ad una spugna situata nella parte anteriore del segmento del canale vaginale identificato come terzo esterno. Le sue terminazioni nervose sembrano essere particolarmente innervate in prossimità della radice del clitoride e del canale uretrale. La possibilità di stimolare la zona vaginale nel punto G, associando una penetrazione anche anale, può procurare un’intensa risposta orgasmica, ovvero risposte orgasmiche multiple.



Ancora oggi è semplice trovare una difficile accettazione dell’esperienza sessuale come svincolata da paure e forti pregiudizi. Anche se risulta più semplice parlare di sessualità sono ancora molti i limiti definiti dai tabù indotti dalla società e dalla cultura di riferimento.
Se questo è particolarmente evidente per la sessualità in generale definita “naturale” o “normale” è facile immaginare quanto siano numerosi e pericolosi i tabù relativi alla sessualità anale.
Seguendo lo schema descritto da Brent (2006) è possibile identificare alcune bugie difficili da sgretolare sulla sessualità anale.
Uno dei primi dogmi socio-culturali riguarda sicuramente il fatto che praticare un rapporto anale è contro natura e immorale. A tale riguardo è utile ricordare quanto questa nozione sia spesso variabile anche in funzione delle epoche di riferimento, come pure per altre pratiche dell’esperienza erotico-sessuale (masturbazione, rapporti pre-matrimoniali, rapporti orali, omosessualità…).
Come sottolinea Brent (2006) la vera pratica realmente contro natura è quella di provare a controllare o orientare l’espressione sessuale. Vivere un’esperienza “sana” corrisponde essenzialmente a lasciare libero spazio ai propri desideri e ai propri sogni come parte integrante della vita. Dalla esperienza clinica è facile riscontrare una forte curiosità da parte delle persone rispetto alla sessualità anale e questo molto probabilmente è figlio dei tabù e del mistero. Quindi è utile ricordare che le sole pratiche sessuali definibili contro natura sono quelle che… non si possono praticare!
Cosa dire di quegli individui che sottolineano costantemente il concetto che non vi sia ragione per infilare qualcosa nell’ano. Sono queste le persone che sponsorizzano il mito della sola penetrazione accettabile come quella tra pene-vagina.
Il piacere anale è praticabile da tutti quelli che sono motivati dalla propria gioia di vivere, molto probabilmente gli altri devono imparare ad accontentarsi.
A tale riguardo risulta interessante uno studio fatto da Jack Morin (2000) su alcune persone che avevano il desiderio di divertirsi praticando il rapporto anale. Infatti l’autore ha constatato che la motivazione condiziona fortemente il successo. Coloro che hanno seguito un corso relativo ai concetti di piacere e salute del rapporto anale semplicemente per soddisfare il proprio partner, riescono nell’impresa nel 66% dei casi. La percentuale aumenta però fino all’ 89% quando le stesse persone decidono di fare un corso semplicemente per se stesse.
Un'altra “bugia” riguarda sicuramente il fatto che per alcune persone l’ano non è stato creato per essere erotizzato. Come già osservato questo è particolarmente errato in quanto la regione anale, come quella clitoridea-vaginale e il glande del pene, è ricca di terminazioni nervose. Tutta la zona perianale è particolarmente sensibile alle carezze e alle stimolazioni. Inoltre, come gli organi genitali, l’ano ha una forte vascolarizzazione durante la fase di eccitazione e intense e piacevoli contrazioni in quella orgasmica.
Sicuramente il tabù più forte riguarda il concetto religioso: Dio ha detto: non è bene! Infatti nel Levitico, terzo libro della Bibbia (vecchio testamento), le città di Sodoma e Gomorra sono ridotte in polvere da Dio a causa delle pratiche sessuali “contro natura”. A tale riguardo si ricorda l’etimologia del termine sodomia.
Come ci ricorda anche Brent (2006) in realtà queste città non furono distrutte per l’offesa di sodomia, ma perché non avevano particolari regole d’ospitalità nei confronti degli stranieri. Una volta che questi si insediavano, gli abitanti rifiutavano loro di fornire viveri, acqua e altri elementi indispensabili alla sopravvivenza, condannandoli.
Cosa dire invece del tabù della sporcizia. Sicuramente è vero che dall’orifizio anale vengono espletate alcune funzioni fisiologiche con la defecazione, ma l’attenzione verso una particolare e corretta igiene intima può garantire un rimedio eccellente. Inoltre non va dimenticato l’utilizzo del profilattico che, oltre ad evitare spiacevoli inconvenienti legati ad eventuali residui fecali, tutela dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Altro tabù riguarda sicuramente l’idea che praticare il rapporto anale sia pericoloso. Sono molte infatti le persone che pensano all’atto sessuale anale come ad una pratica estrema e violenta che porterà l’ano e gli sfinteri anali a perder tono muscolare ed elasticità. Tutto questo provocando a lungo termine inevitabilmente l’incontinenza fecale.
Nulla di più errato. Infatti, stirare lo sfintere e le mucose rettali correttamente e prudentemente portano le stesse a rinforzarsi. Una pratica anale corretta può essere similare all’allenamento di non importa quali altri muscoli di differenti parti del corpo.


Il più grande pericolo per la zona ano-rettale è quello di inserire in modo incontrollato oggetti o cose che non dovrebbero essere inserite.
Oltre che un grande stereotipo anche un forte pregiudizio risulta essere quello relegato all’idea che tutti gli omosessuali praticano sesso anale e che gli uomini che amano certe sensazioni di tipo anale sono sicuramente gay.
In realtà il rapporto anale tra gli omosessuali è una delle tante pratiche erotico-sessuali messe in atto durante l’amplesso. Sicuramente è l’esperienza definita dagli stessi omosessuali “completa” e per questo necessita una forte conoscenza del partner, nonché confidenza ed intimità. Anche dalle ricerche condotte in Italia sui comportamenti sessuali degli omosessuali (Barbagli e Colombo, 2007) si osservano come pratiche sessuali ricorrenti il rapporto orale e la masturbazione reciproca, piuttosto che il rapporto anale.
Per quanto riguarda invece l’idea che una donna possa stimolare la zona perianale o anale di un uomo, il risultato può solo che procurare una forte sensazione di piacere. Il pensiero che tale zona del corpo possa fare nascere emozioni e sensazioni di tipo omosessuale è semplicemente una forma di paura e a volte l’espressione più recondita di un piacere represso.

La percentuale di donne che accettano di praticare il sesso anale e che ne traggono piacere è, secondo alcune statistiche, molto bassa. E’ circa il 25% di loro ad ammettere di aver provato l’esperienza del rapporto sessuale anale, mentre ad affermare di aver apprezzato il sesso anale è solo il 10%. Le cause del basso gradimento e della poco popolare pratica di questo tipo di rapporto sessuale nelle donne sono dovute a ragioni psicologiche e fisiche.
Alcune lo rifiuterebbero per paura di provare dolore, cosa che avviene effettivamente durante le prime esperienze, o semplicemente perché considererebbero il sesso anale una pratica degradante.
Eppure il rapporto sessuale anale secondo molte provocherebbe un piacere maggiore rispetto a rapporti più convenzionali ed esistono comunque diversi accorgimenti e prodotti, come ad esempio lubrificanti sessuali e spray anali che riducono alcuni degli iniziali fastidi, rendendo il sesso anale più semplice e piacevole.

Il rapporto sessuale anale invece rappresenta per l’uomo un momento di piacere intenso sia fisico che psicologico. Ad aumentare l’appagamento maschile durante il sesso anale, oltre al piacere fisico è anche un forte coinvolgimento psicologico. L’uomo si sente dominatore e guarda, nella posizione detta “pecorina”, la propria partner nella spettacolarità fisica dell’atto. Inoltre, dal punto di vista fisico l’uomo durante il sesso anale prova maggior piacere perché lo sfintere anale è più stretto della vagina quindi il pene ne subisce una pressione più forte. In questo tipo di rapporto all’uomo è richiesto il massimo grado di attenzione e delicatezza, proprio per il possibile dolore che potrebbe causare l’ingresso del pene turgido nell’ano della compagna.

Generalmente il soddisfacimento che deriva da questo tipo di rapporto non è solo conseguenza di sensazioni fisiche ma anche del piacere psicologico di infrangere un tabù, spesso riconducibile all'educazione religiosa o di tipo repressivo e sessuofobico, la quale, in genere, considera tale pratica sessuale una perversione contro natura collegata con entità maligne, pertanto vietata. Il sesso anale è ancora un tabù in alcune culture ed è illegale sotto alcune giurisdizioni.





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